SNOWMADE


Vai ai contenuti

Luca 2

Articoli > 2012

Ricamare con la neve
Diario di un festival di sculture di neve nell'inverno della Carelia

...Quest'anno l'ispirazione è venuta da un pizzo che faceva capolino da una delle statue della mostra delle madonne vestite al museo di Sondrio. Come ogni inverno, da più di dieci anni, quando decidiamo di partecipare a un concorso di sculture di neve la parte più difficile è pensare a un soggetto che ci convinca. Certo, l'idea deve piacere a noi, ma soprattutto alla giuria alla quale viene sottoposta, infatti per essere invitati a uno dei numerosi festival che si tengono quasi in ogni parte del mondo dove cade la neve, occorre inviare un progetto che partecipa a una selezione insieme a tanti di una moltitudine di squadre di scultori di ogni provenienza.
L'idea di una scultura delicata e leggera calzava perfettamente con il luogo dove intendevamo realizzarla: la città di Petrozavodsk, nella repubblica russa della Carelia. In questo inverno particolarmente freddo pensavamo che la neve dovesse essere ben resistente e adatta a realizzazioni più "ardite" del solito. Il progetto presentato è molto semplice, una tovaglia ricamata appoggiata sopra un tavolino rotondo, solo che il tavolo... non c'è. Il panneggio deve reggersi da sè, e dare la sensazione di fluttuare nell'aria.

Non passa molto tempo, arriva la buona notizia, l'idea è piaciuta ed è stata selezionata, si parte per la Russia! A questa edizione partecipano solo due squadre straniere, l'Italia (noi), e la Slovenia, rappresentata da un team di Bovec capitanato da Metka Belingar, organizzatrice di un simposio di scultura all'ombra del monte Canino. Del nostro gruppo fanno invece parte GianMario Bonfadini, Luca Bonetti, veterani della squadra, e Nicola Giana, alla sua prima esperienza con gli attrezzi del mestiere.
La partenza è fissata per il 12 febbraio, ci si ritrova a San Pietroburgo appena in tempo per prendere il treno che, con un viaggio di una notte, ci porta 420 km più a nord, sulle rive del lago Onega.

Siamo a Petrozavodsk con un paio di giorni d'anticipo sull'inizio del festival, in ogni caso gli ospitalissimi organizzatori non ci permettono di annoiarci. Sono due giorni molto intensi, dove facciamo conoscenza, insieme agli sloveni, di molte realtà di questa vivace città: dal Centro creativo per bambini Piccolo paese diretto da Ljubov Malinowska, dove bimbi e adulti possono entrare in piena simbiosi con il mondo della fantasia, alla Scuola d'Arte dove decine di bambini e ragazzi si preparano a una carriera nelle arti figurative. Visitiamo l'interessante Museo Nazionale, i vecchi quartieri superstiti con le case di legno e quelli di ultima generazione che stanno ridisegnando l'aspetto della città. Durante una surreale serata, infine, siamo l'esotica attrazione dell'associazione "Karelia-Italia", dove un nutrito gruppo di studenti, quasi esclusivamente femminile, sta imparando la nostra lingua e ha chiesto di incontrarci perchè raccontassimo qualcosa del nostro paese.

Ma era freddo? Questa la domanda che ci è stata posta da chiunque ci ha incontrati al ritorno. Risposta: beh, sì, era freddino... il primo giorno eravamo tra i -25 e i -20, se tirava un po' di vento la faccia faceva male, nei giorni successivi però la temperatura si è gradualmente alzata, fino ad arrivare a -9. Sembrava caldo quel giorno, infatti alcune decine di coraggiosi (o pazzi) hanno fatto il bagno in una piscina appositamente ricavata nel lago tagliando il ghiaccio spesso quasi un metro della superficie! Fra questi anche un bimbo di due o tre anni e parecchi vecchietti.

Dopo gli incontri formali con le autorità, pure loro incuriosite dal fatto che si possa arrivare lassù dall'Italia per giocare con la neve, si vanno finalmente a vedere i blocchi di neve, che saranno assegnati alle varie squadre partecipanti tirandoli a sorte. Qui abbiamo la spiacevole sorpresa di scoprire che la materia prima non è proprio come ce l'aspettavamo, avete presente quando volete fare una palla di neve e non ci riuscite perchè questa è farinosa e non si attacca? Ecco, quella lì... beh, il cubo era in ogni caso compatto, ma di sicuro non permetteva troppe velleità di ricami e trafori come si era progettato. La parte bassa era inoltre molto granulosa, per cui si è deciso di scolpire la nostra "tovaglia invernale" sopra un basamento. Così hanno fatto anche i nostri amici sloveni che avevano un cubo simile al nostro.
Aperto ufficialmente il festival, con cerimonia ufficiale curiosamente allietata dalle note della sigla del serial TV Dallas, il mattino successivo cominciano i giochi (con frequenti pause per il tè per contrastare le basse temperature), ogni squadra inizia a sbozzare i blocchi e pian piano compaiono le sagome delle future sculture. Simpaticissimi anche i ragazzi alle prese con i piccoli cubi a pochi metri da noi. Nel piazzale antistante il palazzo del comune gli scultori del ghiaccio si cimentano nella realizzazione di opere degne di una cristalleria artistica, alcune sculture hanno particolari intagliati dello spessore di un paio di centimetri e anche meno!
Il lavoro prosegue per tre giorni, fiumi di tè scorrono da mattina a sera, sostituiti da fiumi di vodka nel dopo-cena, specialmente tra le squadre russe che non disdegnano di invitare gli stranieri che si lasciano coinvolgere nei loro divertentissimi party improvvisati.
Sabato mattina tutti hanno concluso la loro opera, temi e stili sono eterogenei e questo sicuramente stimola l'interesse del pubblico. Vicino alla nostra "tovaglia ricamata" ci sono una scultura astratta, orsi che si contendono un favo, due simpatiche civette, una monumentale figurazione maya, due grandi stambecchi stilizzati della squadra slovena, un enorme mostro di Loch Ness e diverse altre opere, oltre a quelle dei ragazzi delle scuole di Petrozavodsk.

Dalle otto di mattina è già in corso una gara di pesca sul lago ghiacciato, in lontananza le sagome dei pescatori sembrano immobili... forse sono ghiacciati anche loro. Sull'immensa spianata di ghiaccio si rincorrono molti appassionati di kite-sailing, c'è poi una versione contemporanea delle slitte trainate da cani, dove i quadrupedi sono sostituiti da un motore simile a un tagliaerba. Poco lontano gli allegri balneanti da freezer si stanno tuffando nella poco invitante piscina e ancora oltre, sempre sul lago, si svolge una gara ciclistica con ruote chiodate.
Nel pomeriggio gran finale con il carnevale careliano, premiazione per gli artisti (vince un team della Carelia, secondi i nostri compagni sloveni e terza un'altra squadra russa), fuochi artificiali e spettacolo di Alex Roman, star ammiratissima in tutta la Russia, canta in maglietta a maniche corte, ma con i guanti!
Come sapevamo per esperienza, in Russia ci si diverte parecchio. Sicuramente presto o tardi si tornerà da quelle parti.

Luca Bonetti
febbraio 2012

--------------------------


Petrozavodsk
Nei giardini pubblici presso il porto di Petrozavodsk c'è una bella statua in bronzo che raffigura Pietro il Grande, in atteggiamento solenne, che indica con la mano destra la foce del fiume Lososinca, il luogo dove doveva nascere la grande fonderia che divenne il fulcro dello sviluppo della futura città. La collocazione originaria del monumento non è quella in cui si trova oggi, venne infatti eretto al centro della città, nella cosiddetta Piazza Rotonda ma da lì venne "sfrattato" quando nel 1933 vi fu posta l'enorme statua dedicata a Lenin.
Anche se l'immagine del grande zar è oggi un po' defilata, gli abitanti della città ne vanno in ogni caso fieri, prima di lui infatti Petrozavodsk, anzi, Onegaborg, come sembra essere nominata sulle più antiche carte geografiche che rappresentano la regione, era solo un piccolo centro sulle rive del lago Onega (il secondo d'Europa per estensione) di cui si ha qualche notizia dal XIII secolo. Il nome della città significa letteralmente "fabbrica di Pietro" e si riferisce ovviamente all'opera ordinata dallo zar il 29 agosto del 1703.
La storia della città è strettamente collegata a quella di Pietroburgo, sorse infatti nello stesso periodo in funzione della grande richiesta di manufatti in ferro dalla futura capitale di tutte le Russie (famosa era la produzione di armi, cannoni e la fusione artistica, la prima ferrovia di Russia venne costruita qui). Il villaggio che si sviluppò intorno alla fonderia prese il nome di Petrovskaya, e solo nel 1777 durante il regno di Caterina II, con l'acquisizione dello stato di città, venne da lei nominata Petrozavodsk.
Oggi Petrozavodsk conta circa 266.000 abitanti, è la capitale della repubblica di Carelia, e ne è il maggiore centro industriale, culturale e scientifico. La bella posizione sul grande lago Onega ne fa anche una buona base per il turismo della regione, grazie anche alla vicinanza delle celebri chiese e costruzioni tradizionali in legno dell'isola di Kiži, dal 1990 iscritte tra i monumenti del patrimonio mondiale dell'UNESCO.


Snowmade | Noi | Sculture | Fuori concorso | Istruzioni | Articoli | Mappa del sito


© 2000-2022 Snowmade. Tutti i diritti riservati. E' vietato riprodurre il contenuto di questo sito senza autorizzazione. | info@snowmade.it

Torna ai contenuti | Torna al menu