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Alto Adige

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Sculture di neve in Alto Adige


Ingredienti per un team di scultori della neve: uno scultore professionista o che dice di esserlo (Luca Bonetti, in arte Bonnie) e due scultori che di solito eseguono i lavori di sgrossatura del cubo, i più faticosi, che possono benissimo essere svolti da una grafica pubblicitaria (Nadia Braito) e da un architetto che si occupa di conservazione dei beni architettonici (chi scrive). Si inizia per gioco, per divertimento, per provare... La gente si aggira attorno alle sculture, chiede da dove veniamo, si complimenta. Ma quand’è la premiazione? Cosa si vince? Forse qualche scultore lo sa, ma sembra proprio che la maggior parte di loro (di noi) non sia qui a San Candido in cerca di riconoscimenti, ma solo di incontri. Le dieci squadre rappresentano solitamente una nazione. Buffo scoprire che oltre alle due squadre italiane ce ne sono anche due che rappresentano il Sudtirol. Pare che da queste parti tengano a diversificarsi. Sì, mi sembrava di ricordare una cosa del genere e mi viene voglia di rispolverare il mio orgoglio italiano, figlio di Leonardo, Michelangelo e Nicholas Cage. Mi dico che dev’essere molto bello conoscere quattro lingue e poter parlare con tutti gli scultori come può fare la Nadia, anche se tutto sommato il mio inglese imparato dai dischi di rock & roll funziona nella maggior parte dei casi. Chi se ne intende sostiene che i dolci aiutano a combattere il freddo, ma la neve a –15 gradi è dura come marmo e di tanto in tanto ci scappa qualche imprecazione al dio inverno. Un vecchio si avvicina sorridendo per aver riconosciuto tra i nostri strumenti da scultori occasionali l’attrezzo che lui usa per strigliare i cavalli, proprio lì accanto ad una grattugia per il formaggio di grana. Sorride di nuovo e se ne va. Qualche collega finge di essere arrabbiato perché la squadra polacca sta usando una motosega. Proibito! Ma l’ironia è sempre dietro l’angolo: si fosse trattato della squadra ceca, avremmo potuto chiudere un occhio... E se i polacchi vincessero? Sarebbe la prima volta che una motosega vince uno speck. Bravi lo stesso. È il momento degli addii. Voliamo in Colorado!

Gianmario Bonfadini

Articolo pubblicato su 'l Gazetin nel febbraio 2003

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